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Archivio mensile 15 Gennaio 2019

“Che fine farà il giornale?” – La mia innovativa tesi di laurea del 2008

Era il 2007 – esattamente dieci anni fa – quando iniziai il mio lavoro di tesi di laurea. Dieci anni fa il mondo del giornalismo online non era sviluppato come adesso e dunque ancora non era possibile fare delle previsioni. Eppure, partendo da un’inchiesta di Philip Meyer sull’Economist del 24 agosto 2006 dal titolo «Who killed the newspaper?» – Chi ha ucciso il giornale? – ho realizzato, in collaborazione con la professoressa Maria Ermelinda Di Lieto, questa analisi dal titolo futuristico: “Webgiornalismi: dai mediasauri ai cybernauti”.

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L’autorevole settimanale londinese, infatti, parla della crisi dell’informazione su carta stampata, che sembrerebbe ormai in via di estinzione, citando Philip Meyer, uno dei più seri e competenti studiosi dell’editoria americana, secondo cui entro il 2043 i quotidiani cartacei esaleranno il loro ultimo respiro, a favore delle testate on line. Questa premonizione ha tutta l’aria di essere una provocazione: difficile, infatti, trovare qualche fondamento scientifico in tale affermazione.

L’attualità dell’argomento è sottolineata anche dalla ricerca effettuata dalla Carnegie Foundation di New York, una fondazione indipendente dalla politica che ha come scopo quello di collaborare con insegnanti, ricercatori, politici e organizzazioni attive nell’educazione per analizzare e sviluppare nuovi metodi che portino cambiamenti positivi nell’ambito educativo: nella ricerca intitolata Journalism’s Crisis of Confidence, si evince come i giornali americani perdano lettori ogni giorno che passa e questo causa a sua volta una perdita di fiducia nei quotidiani.

Una delle cause per cui sembra che i lettori non credano più ai giornali e di fatto se ne allontanano, secondo il Pew Research for the People and the Press Center, sarebbe l’alta concentrazione della proprietà dei media negli States. Basti pensare, infatti, che al giorno d’oggi solo sei grandi gruppi (Murdoch, GE, Time Warner, Disney, Viacom e Bertelsman) controllano la stragrande maggioranza dei canali d’informazione. In secondo luogo, l’eccesso di informazione. Nel 2000, secondo le stime dell’università di Berkeley, sono stati prodotti due quintilioni di bytes informazionali. Tanta informazione, ovviamente, scoraggia. Da qui, l’idea lanciata dall’Economist: differenziare il prodotto. Produrre un giornale tradizionale e uno per il web. Come a dire: perdere lettori da un lato e guadagnarli dall’altro.

Un po’ come proposto anche dall’editore del New York Times, Arthur Sulzberger Jr., che al giornale israeliano “Haaretz” ha dichiarato: “Non so davvero se fra cinque anni stamperemo ancora il Times e volete sapere una cosa? Neanche me ne importa. La cosa fondamentale – ha spiegato – è concentrarsi su quale sia il modo migliore per governare la transizione dalla carta stampata a Internet. La rete è un posto meraviglioso e su questo terreno noi siamo davanti a tutti”.

Che sia anche questa una provocazione o meno, non importa. Il concetto, chiaro, semplice e conciso, è questo: bisogna trovare nuove forme di sviluppo di trasmissione dell’informazione. Non importa con quale supporto si andrà avanti, la prospettiva fondamentale è che si continui a fornire informazione. In sostanza, si perdono lettori da un lato e se ne guadagnano dall’altro.

Di fatto, dunque, il giornalismo tradizionale trova nuove forme di sviluppo. Si reinventa. Si trasforma. E proprio per questo, sembra difficile che possa morire. Di fatto, la morte del quotidiano cartaceo sarebbe dovuta avvenire già molto tempo prima, con l’avvento di radio e televisione. E invece, il giornale gode comunque ancora oggi di buona salute.

PRIMA PARTE – La prima parte di questo lavoro sarà incentrata su tre tipi d’analisi: storica, linguistica e sociologica. In primo luogo, parleremo delle strategie di produzione e diffusione del giornale e della sua funzione sociale. Per tale analisi si sono presi in considerazione principalmente i testi Professione giornalista di Alberto Papuzzi, Mediaevo di Mario Morcellini, Multigiornalismi a cura di Mario Morcellini e Geraldina Roberti.
Parleremo poi dei cambiamenti degli stili di distribuzione in Italia, analizzando i nuovi criteri di impaginazione dei giornali cartacei e dei web-giornali, spostando poi la nostra attenzione sui nuovi scenari di fruizione legati anche alle differenze e analogie tra giornali tradizionali e quelli on line. Ci avvarremo di testi quali Teorie delle comunicazioni di massa di Mauro Wolf, Le scienze della comunicazione, Lezioni di comunicazione, Mediaevo e Torri Crollanti di Mario Morcellini, Homo Tecnologicus di Giuseppe Longo, Storia della società dell’informazione di Armand Mattelart.

Proseguiremo poi su una linea d’impostazione incentrata su un’analisi di tipo linguistico, con una premessa sulla “retorica” giornalistica tra vecchi e nuovi media. Cercheremo di capire come sia cambiato il modo di scrivere e quali differenze intercorrano tra lettori di giornali tradizionali e di quelli sul web. Questa analisi si baserà essenzialmente su Retorica antica di Roland Barthes, Le scienze della comunicazione, Lezioni di comunicazione e Torri Crollanti di Mario Morcellini, Storia della società dell’informazione di Armand Mattelart e Cattive notizie di Michele Loporcaro.

SECONDA PARTE – Nella seconda parte non mancheranno interviste realizzate ai direttori di alcune grandi testate webgiornalistiche italiane: Giuseppe Smorto, direttore di Repubblica.it, Diego Antonelli di Gazzetta.it, Marco Pratellesi di Corriere.it, Anna Masera di Lastampa.it, Andrea Riffeser Monti di Quotidiano.net, Boris Bianchieri, presidente della Fieg e Nicki Grauso, presidente del Gruppo editoriale Grauso, il primo in Italia ad approdare in Rete con L’Unione Sarda. Analizzeremo poi i casi di studio, esaminando testate giornalistiche cartacee e on line nazionali e locali. I casi in esame saranno La Repubblica, Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport. Parleremo dell’Unione Sarda, primo quotidiano in Italia ad avere un’edizione sul web, e di Affari Italiani, il primo quotidiano on line.

CONCLUSIONI – Per concludere, infine, ci occuperemo dell’evoluzione delle figure professionali, analizzando le nuove competenze dei futuri giornalisti che dovranno cimentarsi, ovviamente, anche con il web.

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Intervista di Alejandro Di Noto per Alpi Fashion Magazine

Il collega italo-argentino Alejandro Di Noto ha realizzato questa bella intervista a me per il giornale online “Alpi Fashion Magazine”. Ve la trascrivo integralmente.

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È stato un piacere aver potuto intervistare il famoso giornalista e fondatore di Patrimonio Italiano TV Michele Pilla, che ringrazio vivamente per questa breve, professionale e cordiale intervista.

Come ti definiresti personalmente e professionalmente?

Testardo, passionale, desideroso di imparare, curiosissimo, volenteroso e combattivo. In ogni cosa che faccio ci metto il cuore, motivo per cui a volte se le cose non vanno come speravo all’inizio ci resto male, ma poi mi rimbocco le maniche, prontissimo a ricominciare. E alla fine vinco quasi sempre io!

Quando e come è nata la tua passione per diventare un giornalista?

È un amore nato sin da quando ero piccolo. Mi piaceva leggere i giornali, qualsiasi giornale, e mi piaceva disegnare titoli e colonne su fogli di carta. Giocavo a inventare giornali miei, scrivere articoli e disegnare le foto. Da bambino leggevo molto, fumetti, libri, riviste. Poi è arrivato il computer e subito ho imparato a creare pagine di giornale con l’utilizzo di software e programmi di scrittura. Era il mio passatempo. È diventato il mio lavoro.

Potresti darci una breve introduzione su Patrimonio Italiano TV?

Patrimonio Italiano TV credo sia una novità assoluta nel mondo dell’informazione – esclusa la Rai, ovviamente, ma lì siamo su un altro pianeta! Io e il mio amico e collega Luigi Liberti, che ha vissuto negli Stati Uniti per anni e conosce bene la realtà, e che io voglio ringraziare perché è grazie a lui che è nata questa bellissima realtà, eravamo a New York, lo scorso anno, per ritirare un premio perché qualche anno fa, avevo inventato il primo telegiornale in dialetto internazionale, che mandavo in onda sul giornale online che dirigo, Montaguto.com. Montaguto è un piccolo paese del Sud Italia dove vivono 300 persone ma ci sono tantissimi emigrati. Ecco, con quel telegiornale io parlavo in dialetto e il mio amico Domenico Del Core, che vive a Toronto, traduceva in inglese, così potevamo farci capire dai nostri paesani all’estero, che parlano dialetto, e anche dai loro figli e nipoti, che invece parlano inglese. Ecco, da quell’idea è nata poi Patrimonio Italiano TV: ci sono milioni di italiani sparsi per il mondo, e tantissimi eventi che celebrano l’italianità: e allora perché non provare a riunirli tutti, magari con l’ausilio del video?

Tu hai ricevuto una nomina importante  “Lettera e Medaglia di Rappresentanza”. Puoi spiegarci di che si tratta questa riconoscenza sul tuo mestiere?

È stata un’esperienza bellissima. Nel 2009 e nel 2010, a Roma, ho lavorato come ufficio stampa a un meraviglioso concerto musicale e artistico per sordi! Musica per sordi. Con l’aiuto di palloncini, infatti, i sordi possono sentire le vibrazioni e il ritmo della musica, e sul palco c’erano ballerini e attori che hanno creato un evento unico nel suo genere, che si è meritato la medaglia del Presidente della Repubblica Italiana! Un onore e una soddisfazione enorme!

Potresti raccontarci brevemente il contenuto del tuo innovativo romanzo “ GoodBye Montaguto”?

“Goodbye Montaguto” è un romanzo thriller, il primo ‘paper-novel’ al mondo, un romanzo con inserti giornalistici veri e propri che mescola realtà e finzione. È ambientato tra Montaguto – il mio paesino d’origine – New York e Toronto. Protagonista è un giornalista canadese che viene mandato in Italia in quel paesino dove c’è una frana immensa che ha bloccato strade e ferrovie e dove sono scomparsi alcuni ragazzi. Il giornalista indaga e scopre che in passato erano successe altre cose molto strane, lì, e descrive ogni cosa nei suoi articoli. Nel libro utilizzo anche il montagut-english, una fusione tra il dialetto locale e l’inglese, una nuova forma di espressione che ormai “mi perseguita”. C’è anche un sito internet con il trailer del libro e un po’ di video. L’indirizzo è questo:

Che cosa ti colpisce di più nella tua esclusiva Rassegna Stampa?

Mi colpisce il fatto che sia il primo, o l’unico, a fare una video rassegna stampa che parla di Italia all’estero. Ci sono migliaia di eventi, tonnellate di notizie che meriterebbero di essere conosciute anche nel nostro Paese e che invece non hanno molta amplificazione. Eppure, nel mondo, ogni giorno c’è sempre qualcuno – e sono tanti – che si sveglia e con grande spirito si impegna a far conoscere le cose belle dell’Italia. Ecco, secondo me meriterebbero più spazio anche nei telegiornali nazionali e locali italiani. Ma comunque sono fiero di poterne raccontare io.

Qual è l’obiettivo principale della tua trasmissione Italian Heritage?

L’obiettivo è molto ambizioso, e forse non raggiungibile (ma comunque io ci proverò perché sono testardo!): raccontare tutto quello che esiste degli italiani all’estero, e parlo di eventi, notizie, giornali, radio e così via. Raccontare l’italianità all’estero, mostrare le eccellenze del nostro paese. La cosa importante, però, è che queste cose non le racconto io, bensì gli stessi italiani all’estero, mostrando i loro volti e facendo sentire le proprie voci, chiacchierando con loro. L’obiettivo è far capire che c’è un’altra Italia, nel mondo, forse ancora più preziosa, che merita attenzione e soprattutto molto rispetto, e che dovremmo ringraziare ogni giorno perché porta in alto i valori della nostra nazione.

Che significa per Te la Comunità Italiana all’estero ?

Premetto che mia sorella Esther vive all’estero, e che ho diversi zii sparsi tra Buenos Aires, Toronto e Melbourne. Per me la Comunità italiana all’estero, come ho detto qualche riga più su, rappresenta un enorme numero di persone che sono via dall’Italia fisicamente, ma che con il cuore e con la mente non se ne sono mai andati. La cosa che mi colpisce di più è incontrare figli e nipoti di italiani emigrati, ragazzi e ragazze che sono nati e nate all’estero, che però si sentono italiani. Che parlano italiano. Che amano la nostra cucina, le nostre abitudini, le nostre usanze e tradizioni, che tifano squadre italiane. Questo significa che i propri genitori o i propri nonni gli hanno trasmesso qualcosa di molto importante. Ecco, la comunità italiana all’estero, a mio avviso, è come un cellulare: tu puoi spostarti quanto vuoi ma il segnale arriva sempre dallo stesso satellite. Ah, se mi permetti voglio citare una frase molto importante tratta dal mio romanzo: “Puoi provare a lasciare il paese ma è il paese che non ti lascerà mai”.

Qual è stata la tua migliore esperienza professionale in Italia oppure all’estero?

Attualmente, la migliore esperienza professionale è proprio Patrimonio Italiano Tv. Ho fatto il giornalista sportivo (seguivo la squadra del Napoli), ho fatto cronaca, politica, ho fatto uffici stampa, ho fatto il webmaster e il cameraman, ho presentato eventi, fatto lo speaker radiofonico ma questa è l’esperienza più bella in assoluto, perché mi permette di “viaggiare”, virtualmente, e conoscere tantissime persone meravigliose e raccontare storie stupende.

Qual è stato il tuo più grande successo nella tua vita?

A livello professionale, quello di realizzarmi come giornalista. A livello personale, quello di essere circondato da una famiglia meravigliosa, da una moglie fantastica e da amici stupendi. Ecco, i rapporti personali sono per me la cosa più importante.

Quante Lingue straniere parli?

Parlo fluentemente inglese e capisco abbastanza lo spagnolo (a breve inizierò a studiarlo seriamente). Ah, e sono madrelingua italiano, napoletano e montagutese!

Hai qualche progetto per il futuro?

Terminare la stesura del libro, presentarlo in giro per il mondo e dedicarmi a tempo pieno al canale tv e ai romanzi!

Per concludere: Ringrazio vivamente la tua gentilezza e disponibilità per questa stupenda ed interessante intervista per Alpi Fashion Magazine e ti auguro tutto il meglio

Sono io che ringrazio te e tutta la redazione di questo fantastico magazine che è Alpi Fashion. Sono davvero onorato che abbiate pensato a me per questa intervista! Ci vedremo prestissimo nella rassegna stampa di Patrimonio Italiano Tv, perché anche voi siete una bellissima eccellenza italiana nel mondo! Un saluto a tutti i lettori, in Italia e all’estero!

Posted and Interviewed by Avv.Mg.Alejandro Di Noto (Argentina).

Patrimonio Italiano Tv riceve la Citation del Borough di Brooklyn

Alla prima uscita ufficiale, pochi mesi dopo lo sbarco sul web, Patrimonio Italiano tv – webtv degli italiani all’estero – trionfa in America. I due milioni di visualizzazioni ottenuto dal video del colorito abbraccio di un emigrato pugliese al Presidente della regione Puglia Michele Emiliano, è stato il preludio all’affermazione del network ideato dai giornalisti Michele Pilla e Luigi Liberti.

Due giorni prima di intervenire al prestigioso Galà del Niaf di Washington, si è tenuto a Brooklyn presso la sede del F.I.A.O. (Federation of Italian America Organization) la prima edizione del “Patrimonio Italiano Awards”, premio riservato agli italiani che diffondono il patrimonio italiano nel modo. La cerimonia si è aperta con la consegna della prestigiosa “Citation” da parte del presidente del Brooklyn borough, Eric Adams, ai fondatori della webtv, Liberti e Pilla.

» PATRIMONIO ITALIANO AWARDS





New York, la consegna del premio Totò per il tg di Montaguto

Giovedì 23 ottobre 2017, presso il museo Italo-Americano di Little Italy a New York si è tenuta la bellissima cerimonia di consegna degli awards a cura dell’associazione “Amici di Totò… a prescindere”. Il regista Vincenzo De Sio, liar officer dell’associazione, ha introdotto l’evento di fronte a una platea composta da italo-americani particolarmente impegnati in attività socio-culturali.

Un’emozione unica, per noi di Montaguto.com, con Michele Pilla e Domenico Del Core che hanno ricevuto la statuetta, una targa e l’inserimento nella hall of fame dell’associazione per il tg in dialetto “internazionale” di Montaguto, il primo al mondo sia in vernacolo che in inglese, dedicato a tutti i montagutesi lontani. Statuetta, targa e hall of fame anche per il giornalista Luigi Liberti, che ci ha accompagnato in questa incredibile avventura oltreoceano, e che è stato premiato per il nuovissimo “Tg emigrante”.

Riconoscimento anche per il sindaco di Montaguto Marcello Zecchino, ritirato da Pilla.

Grandissima emozione per Minguccio e Michele ritrovarsi negli Stati Uniti, per la prima volta dal vivo, dieci anni dopo essersi incontrati su Montaguto.com. E ancora di più, il fatto che abbiano potuto rappresentare il proprio paese negli Santi Uniti, a New York. Vi lasciamo con il video emozionante della manifestazione, ringraziando di cuore gli amici dell’Associazione “Amici di Totò… a prescindere onlus”.

AMARCORD | Aprile 2009, il mio Montaguto Tg in dialetto ‘premiato’ da Biagio Agnes

L’email, inaspettata, giunse giovedì 2 aprile. “Salve ragazzi, navigando su internet ho trovato il vostro sito web. Vi faccio i complimenti per l’originalità e l’organizzazione. Mi piacerebbe saperne di più per dedicarvi un po’ di spazio sul giornale della scuola di giornalismo di Salerno. Aspetto vostre notizie e ancora complimenti”. Ad essa, è seguita una telefonata in cui ci sono stati spiegati i dettagli. “Mi chiamo Stella Colucci e sto facendo il praticantato alla scuola di giornalismo. Mi è piaciuto molto il vostro telegiornale in dialetto e così, in riunione di redazione, l’ho proposto come notizia per ‘Il Giornalista’, il giornale ufficiale della scuola. Credevo mi guardassero con circospezione, e invece l’idea è piaciuta a tutti. Specialmente al direttore, Biagio Agnes”.

E così, siamo andati a  fare una visita alla scuola, che ha sede nel campus universitario di Fisciano. E abbiamo incontrato prima Stella Colucci, che ci ha fatto da Cicerone all’interno della redazione, e poi il direttore in persona, Biagio Agnes. Era in corso la cerimonia di consegna dei tesserini di praticantato, per cui era presente anche il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli.

“Complimenti, un’idea brillante e originale”. Ci accoglie così, Biagio Agnes. Ovviamente, per noi è un onore. “E’ un’ottimo prodotto”. Detto da lui, che del giornalismo ne ha fatto una ragione di vita, prima ancora che una professione, non può che essere uno stimolo a continuare e migliorarsi.

Incontriamo anche il professor Annibale Elia, Direttore  del  Dipartimento di Scienze della Comunicazione, e anche lui ci elogia.

“In questi giorni, verrò a Montaguto per scrivere un articolo, magari durante le riprese della seconda edizione”, conclude Stella Colucci. Che sarà in paese martedì 14 aprile, il giorno dopo Pasquetta. In tempo per vederci all’opera. Proprio quando si riaccenderanno le telecamere del Montaguto Tg. Con la voce di Mario Iagulli a dare il benvenuto: “Salut a tutt quant…”

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