‘Goodbye Irpinia’, in libreria dal 12 settembre: aggiornato anche il sito

Giovedì 12 settembre 2019: inizia il countdown per l’uscita in libreria di “Goodbye Irpinia”, romanzo thriller di Mike J. Pilla edito da Bibliotheka Edizioni. Si tratta della novità letteraria del 2019: “Goodbye Irpinia” è infatti il primo Paper novel al mondo.

Anche il sito è stato aggiornato, con un’immagine a tutto schermo in home page che mostra la data e la tag-line in evidenza: “Puoi provare a lasciare il paese ma è il paese che non ti lascerà mai…”

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Grande successo per “Goodbye Irpinia” in Canada: il primo Paper Novel a ‘Librissimi – Festival del libro italiano a Toronto’

Grande successo, sabato 4 maggio, per la presentazione di “Goodbye Irpinia” in Canada. Il primo Paper novel al mondo è stato protagonista di Librissimi, Festival del Libro Italiano a Toronto, organizzato dal Com.It.Es.

Il thriller del giornalista Mike J. Pilla, un romanzo-inchiesta che mescola fiction e realtà, è ambientato tra Montaguto, un piccolo comune del Sud Italia, Toronto, New York e Youngstown, e ha come protagonista la frana di Montaguto, la più vasta d’Europa, il “mostro di terra” che dal 2005 tiene in scacco una fetta importante di Irpinia e Puglia.

Nel romanzo, l’inchiesta è condotta da un giornalista italo-canadese, che scoprirà la bellezza del piccolo paese e l’amore dei tanti paesani sparsi per il mondo, che mantengono un forte legame con il proprio luogo natio. Perché, come rivela la tag-line dell’opera: “Puoi provare a lasciare il paese ma è il paese che non ti lascerà mai”.

 “Goodbye Irpinia” ha sin da subito incuriosito i tanti presenti al festival, e soprattutto i tantissimi italiani che vivono in quella parte di Nord America, dove si contano oltre 500mila connazionali. Nel suo tour, Pilla è stato intervistato da alcune emittenti canadesi, e ha incontrato alcuni esponenti del mondo istituzionale, tra cui il direttore dell’Istituto Italiano di cultura, Alessandro Ruggera, con cui ha chiacchierato di Italia, Irpinia e del romanzo, una novità assoluta in ambito editoriale, un nuovissimo modus narrandi che accompagna il lettore grazie all’utilizzo di inserti giornalistici realizzati ad hoc proprio da Pilla – prima volta al mondo.

Che cos’è un Paper Novel? Mike J. Pilla lo spiega in queste due interviste a emittenti canadesi, GoLive Tv e Chin Radio, dov’è stato ospite.

‘Goodbye Irpinia’ sbarca in Canada: sabato 4 maggio la presentazione a ‘Librissimi – Festival del libro italiano a Toronto’

Goodbye Irpinia“, primo Paper novel al mondo, edito da Bibliotheka edizioni, sarà presentato in Canada il prossimo sabato 4 maggio nel corso di Librissimi – Toronto Italian Book Festival. L’evento culturale, organizzato dal Comites Toronto, si svolgerà nella metropoli canadese venerdì 3 e sabato 4 maggio prossimo. Sarà possibile seguire la presentazione in diretta video qui su Patrimonioitalianotv.com sabato 4 maggio dalle ore 23.50.

Il thriller del giornalista Mike J. Pilla, un romanzo-inchiesta che mescola fiction e realtà, è ambientato tra Montaguto, Toronto, New York e Youngstown: protagonista assoluta, la frana di Montaguto, la più vasta d’Europa, denominata “mostro di terra” che dal 2005 al 2010 ha tenuto in scacco il paese e la zona, con la chiusura della fondamentale arteria stradale SS90 delle Puglie e persino della tratta ferroviaria Roma-Lecce. Una triste pagina di cronaca della storia italiana, che Pilla ha raccontato per filo e per segno sul giornale online Montaguto.com e che ha deciso di romanzare affinché il tempo non ne cancelli il ricordo.

Nel romanzo, l’inchiesta è condotta da un giornalista italo-canadese, che scoprirà la bellezza del piccolo paese e l’amore dei tanti paesani sparsi per il mondo, che mantengono un legame fortissimo con il proprio luogo natio e con le proprie radici. Per questo motivo, tanti sono i riferimenti al dialetto montagutese.

La storia narrata nel libro svela molte delle problematiche di piccoli paesi come Montaguto, lasciati sempre più abbandonati a sé stessi, ma è anche la storia dei tantissimi emigrati che soffrono nello stare lontani dalla culla della propria infanzia.

Perché, come rivela la tag-line del romanzo: “Puoi provare a lasciare il paese ma è il paese che non ti lascerà mai”.

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Un evento che è stato reso possibile dalla partnership tra Villa Charities e il Comites. Si tratta della seconda edizione di una manifestazione che ha l’obiettivo di promuovere la cultura e la letteratura italiana. Il Festival, ad ingresso gratuito, verrà ospitato al Joseph D. Carrier Art Gallery al Columbus Center.

Sarà presente Patrimonio Italiano Tv, che trasmetterà la kermesse in diretta video, con approfondimenti e interviste.

La rassegna include presentazioni, letture, convegni per i più grandi e attività dedicate al pubblico più giovane e ai bambini, in diverse lingue, italiano ovviamente, ma anche francese e inglese, senza dimenticare nemmeno i dialetti. Il Comites di Toronto ha organizzato il Festival con il sostegno e la partecipazione di diverse organizzazioni culturali e della comunità italo-canadese. Il programma del Festival prevede una rassegna di scrittori e attività che sono legate al libro, nelle forme e nei linguaggi letterari.

Una maniera per riflettere anche la ricchezza della cultura italo-canadese che poi è riuscita ad esprimersi in diversi lingue. Si tratta della prima edizione di un Festival che si preannuncia importante per la comunità italo-canadese di Toronto e delle zone limitrofe. Un momento culturale che come detto si svolgerà nella sua completezza sabato 4 maggio, ma che avrà anche un prologo il giorno precedente, con un evento che sarà organizzato come grand opening di questa seconda edizione.

Con sede il Columbus Center, la culla della comunità italo-canadese a Toronto, avrà l’appoggio anche di Villa Charities, una organizzazione non profit che opera da quasi mezzo secolo al fine di celebrare e promuovere il patrimonio, la cultura, la lingua, la gastronomia e i valori familiari italiani. Per quasi cinquant’anni Villa Charities ha poi fornito assistenza agli anziani offrendo anche programmi educativi.

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GOODBYE IRPINIA – Sinossi

Un’antica maledizione. Un’oscura presenza. Un paese in ostaggio.

Steve Caruso, giornalista italo-canadese, viene inviato dal suo giornale a Montaguto, paesino del Sud Italia dov’è scomparso un bambino di otto anni, ritrovato l’indomani. Pochi giorni dopo, spariscono due trentenni. Nel ‘95 si persero le tracce di un altro ragazzino, Luigi Altieri.

Gli indizi portano alla “Cappella Maestri”, un monumento funerario dov’è custodito l’inquietante ritratto di un ingegnere morto a Toronto. Nel frattempo, una frana mastodontica continua la sua discesa verso valle, riportando a galla una lugubre storia. Insieme al giornalista Alberto Cataldi, Steve ingaggia una corsa contro il tempo per salvare i ragazzi, col supporto di una comunità di montagutesi di Toronto e New York. I due diventeranno testimoni di una verità terribile, tenuta nascosta per secoli sotto la nuda terra. Una terra che ingoia tutto ciò che trova sul suo cammino.

“Goodbye Irpinia” è il primo Paper novel al mondo, un romanzo-inchiesta tra fiction e realtà che, con l’ausilio di inserti giornalistici creati ad hoc, trasporta il lettore in un viaggio reale/immaginario tra l’Italia e l’America. Ma è anche la malinconica storia dei tanti emigrati che soffrono a stare lontani dalla propria terra. Anche se, come rivela l’autore: “Puoi provare a lasciare il paese ma è il paese che non ti lascerà mai”.

“Goodbye Irpinia”, dal 12 settembre in libreria il primo Paper Novel al mondo

Goodbye Irpinia“, romanzo di Mike J. Pilla edito da Bibliotheka Edizioni, è il primo Paper Novel al mondo, un thriller che intreccia detection giornalistica e atmosfere soprannaturali. Ma anche un atto d’amore verso tutti gli emigrati italiani che soffrono lontani dalla propria terra.

Goodbye Irpinia“, romanzo-inchiesta tra fiction e realtà, racconta la storia malinconica dei tanti emigrati lontani dalla propria terra. Anche se: “Puoi provare a lasciare il paese ma è il paese che non ti lascerà mai”.

Steve Caruso, giornalista italo-canadese, viene inviato a Montaguto, paesino del Sud Italia, per indagare sulla scomparsa di un bambino di otto anni (VIDEO).

Un mistero che rimanda, inevitabilmente, ad un’altra misteriosa sparizione avvenuta nel 1995, quando si persero le tracce del piccolo Luigi Altieri. Insieme al giornalista Alberto Cataldi, Steve ingaggerà una corsa contro il tempo per venire a capo di una vicenda in cui l’irreale assumerà contorni sempre più marcati. I due diventeranno testimoni di una verità terribile, celata per secoli sottoterra.

SITO UFFICIALE » www.goodbyeirpinia.it

https://www.youtube.com/watch?v=Ko2HfOnG3QI

Romanzo in arrivo: Mike J. Pilla firma un contratto editoriale con Bibliotheka Edizioni

Uscirà a maggio il romanzo thriller a firma di Mike J. Pilla che sarà pubblicato da Bibliotheka Edizioni. L’opera, in lavorazione in questi giorni, sarà disponibile – in lingua italiana – in tutta Italia. L’autore e l’editore sono già al lavoro nell’organizzare un importante evento di presentazione d’esordio del romanzo.

L’autore desidera ringraziare l’editore Santiago Maradei, l’editor Cesare Paris e il grafico Riccardo Brozzolo.

A breve sveleremo maggiori dettagli.

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Dan James Has Been Working on His Translation for Years

Through two long weeks I wandered, stumbling through the nights guided only by the stars and hiding during the days behind some protruding rock or among the occasional hills I traversed.

Without sound we lay there, the beast exerting every effort to reach me with those awful fangs, and I straining to maintain my grip and choke the life from it as I kept it from my throat. Slowly my arms gave to the unequal struggle, and inch by inch the burning eyes and gleaming tusks of my antagonist crept toward me, until, as the hairy face touched mine again.

For two days I waited there for Kantos Kan, but as he did not come I started off on foot in a northwesterly direction toward a point where he had told me lay the nearest waterway. My only food consisted of vegetable milk from the plants which gave so bounteously of this priceless fluid.

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“Che fine farà il giornale?” – La mia innovativa tesi di laurea del 2008

Era il 2007 – esattamente dieci anni fa – quando iniziai il mio lavoro di tesi di laurea. Dieci anni fa il mondo del giornalismo online non era sviluppato come adesso e dunque ancora non era possibile fare delle previsioni. Eppure, partendo da un’inchiesta di Philip Meyer sull’Economist del 24 agosto 2006 dal titolo «Who killed the newspaper?» – Chi ha ucciso il giornale? – ho realizzato, in collaborazione con la professoressa Maria Ermelinda Di Lieto, questa analisi dal titolo futuristico: “Webgiornalismi: dai mediasauri ai cybernauti”.

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L’autorevole settimanale londinese, infatti, parla della crisi dell’informazione su carta stampata, che sembrerebbe ormai in via di estinzione, citando Philip Meyer, uno dei più seri e competenti studiosi dell’editoria americana, secondo cui entro il 2043 i quotidiani cartacei esaleranno il loro ultimo respiro, a favore delle testate on line. Questa premonizione ha tutta l’aria di essere una provocazione: difficile, infatti, trovare qualche fondamento scientifico in tale affermazione.

L’attualità dell’argomento è sottolineata anche dalla ricerca effettuata dalla Carnegie Foundation di New York, una fondazione indipendente dalla politica che ha come scopo quello di collaborare con insegnanti, ricercatori, politici e organizzazioni attive nell’educazione per analizzare e sviluppare nuovi metodi che portino cambiamenti positivi nell’ambito educativo: nella ricerca intitolata Journalism’s Crisis of Confidence, si evince come i giornali americani perdano lettori ogni giorno che passa e questo causa a sua volta una perdita di fiducia nei quotidiani.

Una delle cause per cui sembra che i lettori non credano più ai giornali e di fatto se ne allontanano, secondo il Pew Research for the People and the Press Center, sarebbe l’alta concentrazione della proprietà dei media negli States. Basti pensare, infatti, che al giorno d’oggi solo sei grandi gruppi (Murdoch, GE, Time Warner, Disney, Viacom e Bertelsman) controllano la stragrande maggioranza dei canali d’informazione. In secondo luogo, l’eccesso di informazione. Nel 2000, secondo le stime dell’università di Berkeley, sono stati prodotti due quintilioni di bytes informazionali. Tanta informazione, ovviamente, scoraggia. Da qui, l’idea lanciata dall’Economist: differenziare il prodotto. Produrre un giornale tradizionale e uno per il web. Come a dire: perdere lettori da un lato e guadagnarli dall’altro.

Un po’ come proposto anche dall’editore del New York Times, Arthur Sulzberger Jr., che al giornale israeliano “Haaretz” ha dichiarato: “Non so davvero se fra cinque anni stamperemo ancora il Times e volete sapere una cosa? Neanche me ne importa. La cosa fondamentale – ha spiegato – è concentrarsi su quale sia il modo migliore per governare la transizione dalla carta stampata a Internet. La rete è un posto meraviglioso e su questo terreno noi siamo davanti a tutti”.

Che sia anche questa una provocazione o meno, non importa. Il concetto, chiaro, semplice e conciso, è questo: bisogna trovare nuove forme di sviluppo di trasmissione dell’informazione. Non importa con quale supporto si andrà avanti, la prospettiva fondamentale è che si continui a fornire informazione. In sostanza, si perdono lettori da un lato e se ne guadagnano dall’altro.

Di fatto, dunque, il giornalismo tradizionale trova nuove forme di sviluppo. Si reinventa. Si trasforma. E proprio per questo, sembra difficile che possa morire. Di fatto, la morte del quotidiano cartaceo sarebbe dovuta avvenire già molto tempo prima, con l’avvento di radio e televisione. E invece, il giornale gode comunque ancora oggi di buona salute.

PRIMA PARTE – La prima parte di questo lavoro sarà incentrata su tre tipi d’analisi: storica, linguistica e sociologica. In primo luogo, parleremo delle strategie di produzione e diffusione del giornale e della sua funzione sociale. Per tale analisi si sono presi in considerazione principalmente i testi Professione giornalista di Alberto Papuzzi, Mediaevo di Mario Morcellini, Multigiornalismi a cura di Mario Morcellini e Geraldina Roberti.
Parleremo poi dei cambiamenti degli stili di distribuzione in Italia, analizzando i nuovi criteri di impaginazione dei giornali cartacei e dei web-giornali, spostando poi la nostra attenzione sui nuovi scenari di fruizione legati anche alle differenze e analogie tra giornali tradizionali e quelli on line. Ci avvarremo di testi quali Teorie delle comunicazioni di massa di Mauro Wolf, Le scienze della comunicazione, Lezioni di comunicazione, Mediaevo e Torri Crollanti di Mario Morcellini, Homo Tecnologicus di Giuseppe Longo, Storia della società dell’informazione di Armand Mattelart.

Proseguiremo poi su una linea d’impostazione incentrata su un’analisi di tipo linguistico, con una premessa sulla “retorica” giornalistica tra vecchi e nuovi media. Cercheremo di capire come sia cambiato il modo di scrivere e quali differenze intercorrano tra lettori di giornali tradizionali e di quelli sul web. Questa analisi si baserà essenzialmente su Retorica antica di Roland Barthes, Le scienze della comunicazione, Lezioni di comunicazione e Torri Crollanti di Mario Morcellini, Storia della società dell’informazione di Armand Mattelart e Cattive notizie di Michele Loporcaro.

SECONDA PARTE – Nella seconda parte non mancheranno interviste realizzate ai direttori di alcune grandi testate webgiornalistiche italiane: Giuseppe Smorto, direttore di Repubblica.it, Diego Antonelli di Gazzetta.it, Marco Pratellesi di Corriere.it, Anna Masera di Lastampa.it, Andrea Riffeser Monti di Quotidiano.net, Boris Bianchieri, presidente della Fieg e Nicki Grauso, presidente del Gruppo editoriale Grauso, il primo in Italia ad approdare in Rete con L’Unione Sarda. Analizzeremo poi i casi di studio, esaminando testate giornalistiche cartacee e on line nazionali e locali. I casi in esame saranno La Repubblica, Il Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport. Parleremo dell’Unione Sarda, primo quotidiano in Italia ad avere un’edizione sul web, e di Affari Italiani, il primo quotidiano on line.

CONCLUSIONI – Per concludere, infine, ci occuperemo dell’evoluzione delle figure professionali, analizzando le nuove competenze dei futuri giornalisti che dovranno cimentarsi, ovviamente, anche con il web.

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Intervista di Alejandro Di Noto per Alpi Fashion Magazine

Il collega italo-argentino Alejandro Di Noto ha realizzato questa bella intervista a me per il giornale online “Alpi Fashion Magazine”. Ve la trascrivo integralmente.

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È stato un piacere aver potuto intervistare il famoso giornalista e fondatore di Patrimonio Italiano TV Michele Pilla, che ringrazio vivamente per questa breve, professionale e cordiale intervista.

Come ti definiresti personalmente e professionalmente?

Testardo, passionale, desideroso di imparare, curiosissimo, volenteroso e combattivo. In ogni cosa che faccio ci metto il cuore, motivo per cui a volte se le cose non vanno come speravo all’inizio ci resto male, ma poi mi rimbocco le maniche, prontissimo a ricominciare. E alla fine vinco quasi sempre io!

Quando e come è nata la tua passione per diventare un giornalista?

È un amore nato sin da quando ero piccolo. Mi piaceva leggere i giornali, qualsiasi giornale, e mi piaceva disegnare titoli e colonne su fogli di carta. Giocavo a inventare giornali miei, scrivere articoli e disegnare le foto. Da bambino leggevo molto, fumetti, libri, riviste. Poi è arrivato il computer e subito ho imparato a creare pagine di giornale con l’utilizzo di software e programmi di scrittura. Era il mio passatempo. È diventato il mio lavoro.

Potresti darci una breve introduzione su Patrimonio Italiano TV?

Patrimonio Italiano TV credo sia una novità assoluta nel mondo dell’informazione – esclusa la Rai, ovviamente, ma lì siamo su un altro pianeta! Io e il mio amico e collega Luigi Liberti, che ha vissuto negli Stati Uniti per anni e conosce bene la realtà, e che io voglio ringraziare perché è grazie a lui che è nata questa bellissima realtà, eravamo a New York, lo scorso anno, per ritirare un premio perché qualche anno fa, avevo inventato il primo telegiornale in dialetto internazionale, che mandavo in onda sul giornale online che dirigo, Montaguto.com. Montaguto è un piccolo paese del Sud Italia dove vivono 300 persone ma ci sono tantissimi emigrati. Ecco, con quel telegiornale io parlavo in dialetto e il mio amico Domenico Del Core, che vive a Toronto, traduceva in inglese, così potevamo farci capire dai nostri paesani all’estero, che parlano dialetto, e anche dai loro figli e nipoti, che invece parlano inglese. Ecco, da quell’idea è nata poi Patrimonio Italiano TV: ci sono milioni di italiani sparsi per il mondo, e tantissimi eventi che celebrano l’italianità: e allora perché non provare a riunirli tutti, magari con l’ausilio del video?

Tu hai ricevuto una nomina importante  “Lettera e Medaglia di Rappresentanza”. Puoi spiegarci di che si tratta questa riconoscenza sul tuo mestiere?

È stata un’esperienza bellissima. Nel 2009 e nel 2010, a Roma, ho lavorato come ufficio stampa a un meraviglioso concerto musicale e artistico per sordi! Musica per sordi. Con l’aiuto di palloncini, infatti, i sordi possono sentire le vibrazioni e il ritmo della musica, e sul palco c’erano ballerini e attori che hanno creato un evento unico nel suo genere, che si è meritato la medaglia del Presidente della Repubblica Italiana! Un onore e una soddisfazione enorme!

Potresti raccontarci brevemente il contenuto del tuo innovativo romanzo “ GoodBye Montaguto”?

“Goodbye Montaguto” è un romanzo thriller, il primo ‘paper-novel’ al mondo, un romanzo con inserti giornalistici veri e propri che mescola realtà e finzione. È ambientato tra Montaguto – il mio paesino d’origine – New York e Toronto. Protagonista è un giornalista canadese che viene mandato in Italia in quel paesino dove c’è una frana immensa che ha bloccato strade e ferrovie e dove sono scomparsi alcuni ragazzi. Il giornalista indaga e scopre che in passato erano successe altre cose molto strane, lì, e descrive ogni cosa nei suoi articoli. Nel libro utilizzo anche il montagut-english, una fusione tra il dialetto locale e l’inglese, una nuova forma di espressione che ormai “mi perseguita”. C’è anche un sito internet con il trailer del libro e un po’ di video. L’indirizzo è questo:

Che cosa ti colpisce di più nella tua esclusiva Rassegna Stampa?

Mi colpisce il fatto che sia il primo, o l’unico, a fare una video rassegna stampa che parla di Italia all’estero. Ci sono migliaia di eventi, tonnellate di notizie che meriterebbero di essere conosciute anche nel nostro Paese e che invece non hanno molta amplificazione. Eppure, nel mondo, ogni giorno c’è sempre qualcuno – e sono tanti – che si sveglia e con grande spirito si impegna a far conoscere le cose belle dell’Italia. Ecco, secondo me meriterebbero più spazio anche nei telegiornali nazionali e locali italiani. Ma comunque sono fiero di poterne raccontare io.

Qual è l’obiettivo principale della tua trasmissione Italian Heritage?

L’obiettivo è molto ambizioso, e forse non raggiungibile (ma comunque io ci proverò perché sono testardo!): raccontare tutto quello che esiste degli italiani all’estero, e parlo di eventi, notizie, giornali, radio e così via. Raccontare l’italianità all’estero, mostrare le eccellenze del nostro paese. La cosa importante, però, è che queste cose non le racconto io, bensì gli stessi italiani all’estero, mostrando i loro volti e facendo sentire le proprie voci, chiacchierando con loro. L’obiettivo è far capire che c’è un’altra Italia, nel mondo, forse ancora più preziosa, che merita attenzione e soprattutto molto rispetto, e che dovremmo ringraziare ogni giorno perché porta in alto i valori della nostra nazione.

Che significa per Te la Comunità Italiana all’estero ?

Premetto che mia sorella Esther vive all’estero, e che ho diversi zii sparsi tra Buenos Aires, Toronto e Melbourne. Per me la Comunità italiana all’estero, come ho detto qualche riga più su, rappresenta un enorme numero di persone che sono via dall’Italia fisicamente, ma che con il cuore e con la mente non se ne sono mai andati. La cosa che mi colpisce di più è incontrare figli e nipoti di italiani emigrati, ragazzi e ragazze che sono nati e nate all’estero, che però si sentono italiani. Che parlano italiano. Che amano la nostra cucina, le nostre abitudini, le nostre usanze e tradizioni, che tifano squadre italiane. Questo significa che i propri genitori o i propri nonni gli hanno trasmesso qualcosa di molto importante. Ecco, la comunità italiana all’estero, a mio avviso, è come un cellulare: tu puoi spostarti quanto vuoi ma il segnale arriva sempre dallo stesso satellite. Ah, se mi permetti voglio citare una frase molto importante tratta dal mio romanzo: “Puoi provare a lasciare il paese ma è il paese che non ti lascerà mai”.

Qual è stata la tua migliore esperienza professionale in Italia oppure all’estero?

Attualmente, la migliore esperienza professionale è proprio Patrimonio Italiano Tv. Ho fatto il giornalista sportivo (seguivo la squadra del Napoli), ho fatto cronaca, politica, ho fatto uffici stampa, ho fatto il webmaster e il cameraman, ho presentato eventi, fatto lo speaker radiofonico ma questa è l’esperienza più bella in assoluto, perché mi permette di “viaggiare”, virtualmente, e conoscere tantissime persone meravigliose e raccontare storie stupende.

Qual è stato il tuo più grande successo nella tua vita?

A livello professionale, quello di realizzarmi come giornalista. A livello personale, quello di essere circondato da una famiglia meravigliosa, da una moglie fantastica e da amici stupendi. Ecco, i rapporti personali sono per me la cosa più importante.

Quante Lingue straniere parli?

Parlo fluentemente inglese e capisco abbastanza lo spagnolo (a breve inizierò a studiarlo seriamente). Ah, e sono madrelingua italiano, napoletano e montagutese!

Hai qualche progetto per il futuro?

Terminare la stesura del libro, presentarlo in giro per il mondo e dedicarmi a tempo pieno al canale tv e ai romanzi!

Per concludere: Ringrazio vivamente la tua gentilezza e disponibilità per questa stupenda ed interessante intervista per Alpi Fashion Magazine e ti auguro tutto il meglio

Sono io che ringrazio te e tutta la redazione di questo fantastico magazine che è Alpi Fashion. Sono davvero onorato che abbiate pensato a me per questa intervista! Ci vedremo prestissimo nella rassegna stampa di Patrimonio Italiano Tv, perché anche voi siete una bellissima eccellenza italiana nel mondo! Un saluto a tutti i lettori, in Italia e all’estero!

Posted and Interviewed by Avv.Mg.Alejandro Di Noto (Argentina).